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EFFICIENZA ENERGETICA

"...l'energia che costa meno è quella che non viene consumata"

 

 

 

 

Molti degli attuali processi edilizi e delle  tecnologie costruttive risultano essere inefficienti, sia dal punto di vista energetico che ambientale, dato che il loro utilizzo é ottimizzato solo sulla base di parametri meramente economici a breve termine, ignorando i costi di manutenzione e gestione, di  dispendio e consumo energetico,  di sostenibilità ambientale e sociale che dovranno essere sostenuti direttamente dall’utente ed indirettamente  dall’intera comunità e dalle generazioni future.
L’insostenibilità di tale modello di sviluppo comporterà che, in un futuro non molto lontano, il valore di un edificio sarà sostanzialmente basato sul costo ambientale da esso determinato, valore in cui il consumo energetico per il suo “funzionamento” avrà un peso rilevante. Ciò significa che gli edifici realizzati con standard inferiori all’attuale "classe energetica A" avranno un deprezzamento notevole a favore delle costruzioni ad alta ed altissima efficienza energetica. Pertanto, scelte oculate ed intelligenti consiglierebbero di indirizzarsi, già da oggi, verso sistemi costruttivi che permettano una riduzione drastica dei consumi energetici, soprattutto perchè la tecnologia è già disponibile: lo dimostrano gli edifici ad altissima efficienza energetica ( case passive,  nZEB ovvero "edifici a energia quasi zero",
   case autonome energy+, case attive, self-sufficient house (SSH), Plus Energy Building, Zero Emission Building, case solari, costruzioni carbon neutral, etc) che vanno oltre il concetto di semplice riduzione dei consumi e che mirano alla massima efficienza energetica attraverso l’integrazione tra edificio ed impianti; in pratica, rispetto agli edifici "di classe energetica A"  gli edifici ad "altissima efficienza energetica", sono edifici che non necessitano di complesse, costose ed "ipertecnologiche" centrali termiche, né di un impianto di riscaldamento "a pavimento radiante", né di caldaia a condensazione né, tanto meno,  dell'allacciamento alla rete del gas metano, in quanto è necessaria una quantità minima di apporto energetico per mantenere le condizioni ottimali di benessere e comfort all’interno della costruzione. L’assenza di tali impianti oltre a contribuire ad abbattere l’impatto inquinante, permette, ovviamente, anche il contenimento dei costi di costruzione, manutenzione e gestione. Il fabbisogno termico residuo viene fornito all’edificio tramite un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore (supportato, in alcuni casi, da impianti ad energia rinnovabile, come le pompe di calore di minima taglia)  in modo da consentire un continuo e costante ricambio dell’aria ambiente ed evitare la dispersione termica indotta dall’apertura delle finestre; questa semplice ed  economica tipologia d'impianto ( ben collaudata da diversi anni  in altri paesi europei in quanto divenuta obbligatoria),  oltre ad assicurare un ottimale  riscaldamento, raffrescamento e deumidificazione dell’ambiente,  garantisce, al contempo,  un alta qualità dell'aria indoor, un bassissimo contenuto di polveri e pollini negli ambienti, la totale assenza di muffe e condense  ed un altissimo livello di comfort termico, sia in inverno che in estate.  Ad esempio, le “case passive” sono edifici che hanno un fabbisogno energetico del riscaldamento non superiore a 15 kWh/mq/anno ( lo stesso dicasi per il raffrescamento estivo ). Come riferimento si può considerare che, in media, un abitazione in Italia consuma, per il riscaldamento, 106 kW/mq/anno  e 160 kW/mq/anno per l’insieme dei consumi domestici. Ciò significa che se oggi, nel Salento, un nucleo familiare di  4 persone che vive in un appartamento di 140 mq, di recente costruzione e di classe energetica C, ha una spesa media di circa  2500 euro all’anno per i consumi totali di energia (compresa la manutenzione impiantistica), in un’abitazione ad altissima efficienza energetica di classe A+, delle medesime dimensioni, la stessa famiglia spenderebbe 250 euro all’anno !!!  Sempre con riferimento alle condizioni climatiche del Salento, un edificio ad altissima efficienza energetica, se correttamente progettato ed adeguatamente realizzato, ha un costo di costruzione estremamente accessibile e,  comunque, non superiore del  5% rispetto ad un analogo edificio realizzato con tecnologie costruttive ed impiantistiche tradizionali; ovviamente, se nella fattibilità economica dell’investimento  vengono   considerati,  come dovrebbe essere, anche  i futuri costi di gestione, di  manutenzione e di sostenibilità ambientale, un edificio ad altissima efficienza energetica ha un costo decisamente inferiore  rispetto ad  un edificio tradizionale e, dalla mia esperienza professionale, anche inferiore rispetto ad un analogo edificio di "classe energetica A".
Di conseguenza risulta indispensabile promuovere una "nuova etica del costruire e dell’abitare" attraverso un approccio progettuale, non solo energeticamente efficiente  ed ambientalmente sostenibile, ma soprattutto qualificato, deontologicamente ed eticamente corretto, in maniera da combattere la piaga delle "false certificazioni energetiche" nell'interesse del committente, della comunità e delle future generazioni (vedi: dossier Legambiente "Tutti in classe A" e la campagna di divulgazione Sacert "contro le certificazioni Low-Cost" ); ad esempio, un  approccio progettuale "responsabile" deve iniziare a livello ambientale, prestando particolare attenzione al clima locale ed alle condizioni del sito, per passare poi al livello tipologico dove forma, orientamento e distribuzione interna degli ambienti incidono profondamente sul comportamento energetico dell’edificio. Ciò vuol dire che i criteri progettuali di un edificio ad alta efficienza energetica, per lo più sperimentati e messi a punto nel nord Europa (in cui la priorità è costituita dal contenimento delle dispersione del calore nella stagione invernale), devono essere adeguatamente ponderati, rivisitati ed adattati al clima mediterraneo temperato, poiché, alle nostre latitudini,  è fondamentale risolvere il problema del surriscaldamento estivo e del conseguente contenimento energetico delle spese di condizionamento: è perciò richiesta al progettista particolare competenza ed esperienza professionale relativamente all’involucro edilizio, che dovrà essere capace di ridurre le perdite di calore verso l’esterno, di sfruttare i guadagni di energia solare in inverno, di proteggersi contro di essi in estate e, sempre nel periodo estivo,  di smaltire adeguatamente gli apporti di calore gratuiti interni. Ma non solo: il progetto che ha come obiettivo l’efficienza energetica dell’edificio, deve comprendere necessariamente l’impiego di sistemi per la captazione, l’accumulo  e lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l’ottimizzazione dell’uso dell’illuminazione naturale e la massima integrazione  delle tecnologie innovative, con soluzioni tecniche semplici ed economicamente convenienti come, ad esempio,  l’impiego dei sistemi solari passivi, delle antiche tecniche di raffrescamento e ventilazione naturale e lo sfruttamento degli apporti gratuiti dell’energia solare e geotermica. In definitiva,  più che aggiungere  nuovi sistemi e componenti alle costruzioni, è necessario realizzare meglio quelli già presenti, aumentandone le prestazioni, senza incrementarne eccessivamente i costi. L’efficienza energetica applicata al settore delle costruzioni edilizie  costituisce, pertanto, una variabile progettuale che comporta scelte tecnologiche volte a fornire beni e servizi di alto livello qualitativo, ma con un minor consumo energetico ed impatto sul territorio e sull’ambiente.  

 


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